A Caldo: Che Cos'e' Questo Golpe? (di Wu Ming Foundation) |
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Politica | |||
Scritto da sberla54 | |||
Giovedì 31 Maggio 2012 05:00 | |||
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A Caldo: Che Cos'e' Questo Golpe? (di Wu Ming Foundation)
http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=8016 Wu Ming Foundation Intanto, non e' un golpe. Non c'e' bisogno di un golpe.
In questo momento, come altre volte e' successo, diversi poteri costituiti comunicano tra loro in un linguaggio allusivo e cifrato, linguaggio fatto di attentati, provocazioni, bombe che uccidono nel mucchio, pacchi-bomba e bombe-pacco, sigle multi-uso in calce a volantini di rivendicazione bizzarri e pieni di errori marchiani.
Cosa esattamente si stiano dicendo questi poteri costituiti, questi settori di capitalismo italiano e internazionale, forse non lo sanno nemmeno loro. Appunto, e' un linguaggio allusivo, tipicamente mafioso, e nemmeno loro ne colgono tutte le sfumature. Sulla sostanza, pero', sul nucleo di senso di questi messaggi, in diversi cominciamo ad avere sospetti. Si parla gia', benche' ancora timidamente, di una nuova "strategia della tensione", un nuovo "stabilizzare destabilizzando". E chissa' se e' una semplice coincidenza che negli ultimi tempi si sia ricominciato a depistare sulla strategia della tensione degli anni '60-'70: Piazza Fontana fu un po' colpa anche degli anarchici etc. Il fine diretto o indiretto di ogni atto della strategia della tensione e' criminalizzare i movimenti, o comunque ostacolarne le lotte, renderne piu' difficile lo sviluppo. Una societa' civile ansiosa e impaurita, nonche' mobilitata sulla base della paura, e' una societa' che tira la carretta a capo chino, piu' disposta a delegare scelte cruciali, piu' disposta ad accettare politiche che si annuncino ansiolitiche e senz'altro meno disposta a recepire le istanze dei movimenti. Movimenti che il potere addita all'opinione pubblica come piantagrane contrari al blocco d'ordine, pardon, alla "concordia nazionale". Per ottenere questo scopo, non e' necessario che tutti gli attentati e scoppi di violenza siano attribuiti ai movimenti, agli anarchici, agli estremisti, ai "rossi" e via elencando. In passato, ha funzionato molto bene la cornice concettuale degli "opposti estremismi": quello rosso e quello nero. E per passare su ogni differenza e contraddizione col caterpillar della "concordia nazionale", va bene piu' o meno qualunque matrice o attribuzione. La "strategia della tensione" e' sempre una strategia di controrivoluzione preventiva. In diversi paesi d'Europa e tuttavia non ancora in Italia, i movimenti sociali e le lotte dei lavoratori, dopo due-tre anni di intensa agitazione di piazza, sembrano aver trovato espressione - seppure imprecisa e transitoria - sul terreno politico strettamente inteso. Il terreno, fino a poco tempo fa del tutto squalificato, della competizione elettorale. E' vero, i risultati elettorali sono sempre una fotografia sgranata e distorta di quel che accade, ma anche fotografie di quel genere permettono di capire alcune cose. Il processo di ricomposizione e' iniziato sottotraccia nel 2010 con la "primavera" dei movimenti studenteschi in diversi paesi, con la grande battaglia per fermare la controriforma delle pensioni in Francia ("Je lutte des classes!"), l'avvio della resistenza di massa alla "debitocrazia" in Grecia, il referendum islandese per la remissione del debito, ed e' proseguito nel 2011 con le grandi ondate di scioperi in Gran Bretagna, la radicalizzazione del movimento di massa in Grecia e vaste, multiformi mobilitazioni come quella del movimento 15 Maggio in Spagna, esplose sulla scia delle "primavere arabe" e in una seconda fase sospinte per retroazione dal movimento Occupy nordamericano che avevano ispirato. Bisogna studiare i timori dei poteri costituiti per capire la forza potenziale dei movimenti, anche e soprattutto quando i movimenti tendono a sottovalutarsi. Capita che facciamo piu' paura di quanto siamo disposti a credere. In Italia, qualcuno - qualcuno di altolocato - teme il contagio della ricomposizione di classe europea e planetaria. Teme uno sbocco antiliberista della crisi. E' vero, veniamo anche noi da due-tre anni di lotte di piazza, in scuole e universita', sui luoghi di lavoro, e assistiamo alla rapida putrefazione delle forze politiche che ci hanno governati negli ultimi tre-quattro lustri. Vista in astratto, sarebbe una situazione favorevole. Nel concreto, invece, paghiamo un sistematico avvelenamento dei pozzi, decenni di frantumazione del legame sociale, il suicidio della sinistra politica e, last but not least, il lungo equivoco del controberlusconismo ("Va bene tutto purche' se ne vada Berlusconi"). Equivoco che ha illuso una gran parte di italiani sulla vera natura del governo Monti, regalando a quest'ultimo una "luna di miele" che ci ha fatto accumulare ulteriore ritardo rispetto agli altri paesi. E' il vecchio, citatissimo apologo della rana nell'acqua che bolle. E' un esperimento che vi chiediamo di non tentare, fidatevi e basta. Se infili la rana quando l'acqua gia' bolle, reagira' e saltera' fuori. Devi posarla nella pentola quando l'acqua e' ancora fredda, e scaldarla pian piano. E' l'unica maniera per lessarla viva. E cosi', anche sulla scia del controberlusconismo, il governo piu' dogmatico, ideologico e asservito alla finanza della storia della Repubblica e' riuscito a presentarsi come super partes, e a descrivere le sue "ricette" come le uniche scientificamente giuste e quindi da applicare senza discussioni. Compreso l'abominio - con l'avallo del solito PD - del pareggio di bilancio nella Costituzione. Altro esempio di strategia "desoggettivante" e' l'espressione: "i mercati". Ce lo chiedono i mercati. L'espressione rimanda a un funzionamento oggettivo e ferreamente razionale dell'economia, una logica ineludibile alla quale dovremmo uniformarci, perche' "e' l'unica cosa da fare", "non c'e' alternativa". La "luna di miele" col governo Monti parrebbe finita, la vecchia classe politica e' fortemente delegittimata e presa d'assalto dalle inchieste giudiziarie, ma per ora il malcontento - a differenza di quanto avviene altrove - e' capitalizzato da un movimento ambiguo e privo di memoria, "ne' di destra ne' di sinistra", che su alcuni temi e' antiliberista e su altri e' liberista, su alcuni temi e' libertario e su altri autoritario, su alcuni e' egualitario e su altri addirittura razzista, ed e' di proprieta' di un leader carismatico cresciuto nella stessa industria dell'entertainment e della pubblicita' che ci aveva dato Berlusconi. La situazione e' questa, ed e' grama. Eppure, come si diceva sopra, c'e' chi teme uno sbocco antiliberista della crisi, e sta attuando strategie di controrivoluzione preventiva. .LINKS. Fonte: A Caldo: Che Cos'e' Questo Golpe? 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