I Due Maro': Quello Che I Media (E I Politici) Italiani Non Vi Hanno Detto (di Wu Ming Foundation) |
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Politica | |||
Scritto da sberla54 | |||
Mercoledì 09 Gennaio 2013 06:00 | |||
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I "Due Maro'": Quello Che I Media (E I Politici) Italiani Non Vi Hanno Detto (di Wu Ming Foundation)
di Matteo Miavaldi http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=10639 Wu Ming Foundation [Una delle piu' farsesche "narrazioni tossiche" degli ultimi tempi e' senz'altro quella dei "due Maro'" accusati di duplice omicidio in India. Fin dall'inizio della trista vicenda, le destre politiche e mediatiche di questo Paese si sono adoperate a seminare frottole e irrigare il campo con la solita miscela di vittimismo nazionale, provincialismo arrogante e luoghi comuni razzisti. Il giornalista Matteo Miavaldi e' uno dei pochissimi che nei mesi scorsi hanno fatto informazione vera sulla storiaccia. Miavaldi vive in Bengala ed e' caporedattore per l'India del sito China Files, specializzato in notizie dal continente asiatico. A ben vedere, non ha fatto nulla di sovrumano: ha seguito gli sviluppi del caso leggendo in parallelo i resoconti giornalistici italiani e indiani, verificando e approfondendo ogni volta che notava forti discrepanze, cioe' sempre. C'e' da chiedersi perche' quasi nessun altro l'abbia fatto: in fondo, con Internet, non c'e' nemmeno bisogno di vivere in India!
Verso Natale, la narrazione tossica ha oltrepassato la soglia dello stomachevole, col presidente della repubblica intento a onorare due persone che comunque sono imputate di aver ammazzato due poveracci (vabbe', di colore...), ma erano e sono celebrate come... eroi nazionali. "Eroi" per aver fatto cosa, esattamente? Il 22 dicembre scorso Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due maro' arrestati in Kerala quasi 11 mesi fa per l'omicidio di due pescatori indiani, erano in volo verso Ciampino grazie ad un permesso speciale accordato dalle autorita' indiane. L'aereo non era ancora atterrato su suolo italiano che gia' i motori della propaganda sciovinista nostrana giravano a pieno regime, in fibrillazione per il ritorno a casa dei "nostri ragazzi", promossi in meno di un anno al grado di eroi della patria. In un articolo pubblicato l'11 novembre scorso su China Files ho ricostruito il caso Enrica Lexie sfatando una serie di fandonie che una parte consistente dell'opinione pubblica italiana reputa verita' assolute, prove della malafede indiana e tasselli del complotto indiano. Riprendo da li' il sunto dei fatti. E' il 15 febbraio 2012 e la petroliera italiana Enrica Lexie viaggia al largo della costa del Kerala, India sud occidentale, in rotta verso l'Egitto. A bordo ci sono 34 persone, tra cui sei maro' del Reggimento San Marco col compito di proteggere l'imbarcazione dagli assalti dei pirati, un rischio concreto lungo la rotta che passa per le acque della Somalia. Poco lontano, il peschereccio indiano St. Antony trasporta 11 persone. Questi i fatti nudi e crudi. Da quel momento e' partita una vergognosa campagna agiografica fascistoide, portata avanti in particolare da Il Giornale, quotidiano che, citando un'amica, "mi vergognerei di leggere anche se fossi di destra". 1) La fidelizzazione dei suoi (e)lettori passa obbligatoriamente per l'esaltazione acritica delle nostre - stavolta si', nostre - forze armate, impegnate a "difendere la patria e rappresentare l'Italia nel mondo" anche quando, sotto contratto con armatori privati, prestano i loro servizi a difesa di interessi privati. 2) Il secondo motivo ha a che fare col governo Monti, per il quale il caso dei due maro' ha rappresentato il primo grosso banco di prova davanti alla comunita' internazionale, escludendo la missione impossibile di cancellare il ricordo dell'abbronzatura di Obama, della culona inchiavabile, letto di Putin, della nipote di Mubarak, dell'harem libico nel centro di Roma e tutto il resto del repertorio degli ultimi 20 anni. Qualche esempio di strumentalizzazione? Margherita Boniver, senatrice Pdl, il 19 dicembre riesce finalmente a fare notizia offrendosi come ostaggio per permettere a Latorre e Girone di tornare in Italia per Natale. Ignazio La Russa, Pdl, il 21 dicembre annuncia di voler candidare i due maro' nelle liste del suo nuovo partito Fratelli d'Italia (sic!). LA QUERELLE SULLA POSIZIONE DELLA NAVE E UNA CURIOSA "CONTROPERIZIA" La prima tesi portata avanti maldestramente dalla diplomazia italiana, puntellata dagli organi d'informazione, sosteneva che l'Enrica Lexie si trovasse in acque internazionali e, di conseguenza, la giurisdizione dovesse essere italiana. Ma le cose pare siano andate diversamente. Nonostante la confusione causata dal campanilismo della stampa indiana ed italiana, la posizione della Enrica Lexie non e' piu' un mistero ed e' ufficialmente da considerare valida la perizia indiana. Di Stefano presenta una serie di dati ed analisi tecniche a supporto dell'innocenza dei due maro'. Chi scrive non e' esperto di balistica ne' perito legale - non e' il mio mestiere - e davanti alla mole di dati sciorinati da Di Stefano rimane abbastanza impassibile. Tuttavia, e' importante precisare che Di Stefano basa gran parte della sua controperizia su una porzione minima dei dati, quelli cioe' divulgati alla stampa a poche settimane dall'incidente. Dati che, sappiamo ora, sono stati totalmente sbugiardati dalle rilevazioni satellitari del Maritime Rescue Center di Mumbai e dall'esame balistico effettuato dai periti indiani. Nella perizia troviamo stralci di interviste tratti dal settimanale Oggi, fotogrammi ripresi da Youtube, fermi immagine di documenti mandati in onda da Tg1 e Tg2 (sui quali Di Stefano costruisce la sua teoria della falsificazione dei dati da parte della Marina indiana), altre foto estrapolate da un video della Bbc e una serie di complicatissimi calcoli vettoriali e simulazioni 3d. Non si menziona mai, in tutta la perizia, nessuna fonte ufficiale dei tecnici indiani che, come abbiamo visto, hanno depositato in tribunale l'esito delle loro indagini il 18 maggio. Di Stefano aveva addirittura presentato il suo lavoro durante un convegno alla Camera dei deputati il 16 aprile, un mese prima che fossero disponibili i risultati delle perizie indiane! In quell'occasione i Radicali hanno avanzato un'interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri Terzi, chiedendo sostanzialmente: "Ma se abbiamo mandato i nostri tecnici in India e loro non hanno detto nulla, perche' dobbiamo stare a sentire Di Stefano?" Il lavoro di Di Stefano, in definitiva, e' viziato sin dal principio dall'analisi di dati clamorosamente incompleti, costruito su dichiarazioni inattendibili e animato dal buon vecchio sentimento di superiorita' occidentale nei confronti del cosiddetto Terzo mondo. Se qualcuno ancora oggi ritiene che una simile perizia artigianale sia piu' attendibile di quella ufficiale indiana, cercare di spiegare perche' non lo e' potrebbe essere un inutile dispendio di energie.
[UPDATE 8 gennaio 2013: Di Stefano in persona e' intervenuto nei commenti qui sotto... e mal gliene incolse. Oltre a ulteriori, serissimi dubbi sulla sua "analisi tecnica" (ricapitolati qui), ne sono emersi anche sul suo buffo curriculum, sulla sua laurea (si fa chiamare "ingegnere" ma non risulta lo sia), sui suoi trascorsi e su precedenti, non meno raccogliticce "perizie". Dulcis in fundo: presentato come tecnico super partes, in realta' Di Stefano e' un dirigente del partitino neofascista Casapound. Suo figlio Simone e' il candidato di Casapound alla presidenza della regione Lazio. Con Casapound, Di Stefano anima un "comitato pro-Maro'". UNGHIE SUI VETRI: "NON SONO STATI LORO A SPARARE!" Altra tesi particolarmente in voga: non sono stati i maro' a sparare, c'era un'altra nave di pirati nelle vicinanze, sono stati loro. Nel rapporto consegnato in un primo momento dai membri dell'equipaggio dell'Enrica Lexie alle autorita' indiane e italiane (entrambi i Paesi hanno aperto un'inchiesta) si specifica che Latorre e Girone hanno sparato tre raffiche in acqua, come da protocollo, man mano che l'imbarcazione sospetta si avvicinava all'Enrica Lexie. Gli indiani sostengono invece che i colpi erano stati esplosi con l'intenzione di uccidere, come si vede dai 16 fori di proiettile sulla St. Antony. Il 28 febbraio il governo italiano chiede che al momento dell'analisi delle armi da fuoco siano presenti anche degli esperti italiani. La Corte di Kollam respinge la richiesta, accordando pero' che un team di italiani possa presenziare agli esami balistici condotti da tecnici indiani. A questo punto possiamo tranquillamente sostenere che: 1) l'Enrica Lexie non si trovava in acque internazionali; 2) i due maro' hanno sparato. Sono due fatti supportati da prove consistenti e accettati anche dalla difesa italiana, che ora attende la sentenza della Corte suprema circa la giurisdizione. Secondo la legge italiana ed i suoi protocolli extraterritoriali, in accordo con le risoluzioni dell'Onu che regolano la lotta alla pirateria internazionale, i maro' a bordo della Enrica Lexie devono essere considerati personale militare in servizio su territorio italiano (la petroliera batteva bandiera italiana) e dovrebbero godere quindi dell'immunita' giurisdizionale nei confronti di altri Stati. IMPRECISIONI, DIMENTICANZE, SAGRESTIE E ROMBI DI MOTORI In oltre 10 mesi di copertura mediatica, la cronaca a macchie di leopardo di gran parte della stampa nazionale ha omesso dettagli significativi sul regime di detenzione dei maro', si e' persa per strada alcuni passaggi della diplomazia italiana in India e ha glissato su una serie di comportamenti "al limite della legalita'" che hanno contraddistinto gli sforzi ufficiali per "riportare a casa i nostri maro'". In un altro articolo pubblicato su China Files il 7 novembre, avevo collezionato le mancanze piu' eclatanti. Riprendo qui quell'esposizione. Descritti come "prigionieri di guerra in terra straniera" o militari italiani "dietro le sbarre", Massimiliano Latorre e Salvatore Girone in realta' non hanno speso un solo giorno nelle famigerate carceri indiane. "I due maro' del Battaglione San Marco sospettati di aver erroneamente sparato a due pescatori disarmati al largo delle coste del Kerala, sono alloggiati presso il confortevole CISF Guest House di Cochin per meglio godere delle bellezze cittadine. Secondo l'intervista rilasciata da un alto funzionario della polizia indiana al Times of India, i due sfortunati membri della marina militare italiana sarebbero trattati con grande rispetto e con tutti gli onori di casa, seppure accusati di omicidio. La diplomazia italiana avrebbe infatti fornito alla polizia locale una lista di pietanze italiane da recapitare all'hotel per il periodo di fermo: pizza, pane, cappuccino e succhi di frutta fanno parte del menu finanziato dalla polizia regionale. Il danno e la beffa." Intanto, l'Italia cercava in ogni modo di evitare la sentenza dei giudici indiani, ricorrendo anche all'intercessione della Chiesa. Alcune iniziative discutibili portate avanti dalla diplomazia italiana, o da chi ne ha fatto tristemente le veci, hanno innervosito molto l'opinione pubblica indiana. Due di queste sono direttamente imputabili alle istituzioni italiane. In primis, aver coinvolto il prelato cattolico locale nella mediazione con le famiglie delle due vittime, entrambe di fede cattolica. Il sottosegretario agli Esteri De Mistura si e' piu' volte consultato con cardinali ed arcivescovi della Chiesa cattolica siro-malabarese, nel tentativo di aprire anche un canale "spirituale" con i parenti di Ajesh Pinky e Selestian Valentine, i due pescatori morti il pomeriggio del 15 febbraio. Il 24 aprile, inoltre, il governo italiano e i legali dei parenti delle vittime hanno raggiunto un accordo economico extra-giudiziario. O meglio, secondo il ministro della Difesa Di Paola si e' trattato di "una donazione", di "un atto di generosita' slegato dal processo". Ma il vero capolavoro di sciovinismo e' arrivato lo scorso mese di ottobre durante il Gran Premio di Formula 1 in India. In un'inedita liaison governo-Il Giornale-Ferrari, in poco piu' di una settimana l'Italia e' riuscita a far tornare in prima pagina il non-caso dei maro' che in India, dopo 8 mesi dall'incidente, era stato ampiamente relegato nel dimenticatoio mediatico. "[...] La Ferrari vuole cosi' rendere omaggio a una delle migliori eccellenze del nostro Paese auspicando anche che le autorita' indiane e italiane trovino presto una soluzione per la vicenda che vede coinvolti i due militari della Marina Italiana." La replica seccata del Ministero degli Esteri indiano non si fa attendere: "Utilizzare eventi sportivi per promuovere cause che non sono di quella natura significa non essere coerenti con lo spirito sportivo." Pur avendo incassato il plauso del ministro degli Esteri Terzi, che su Twitter ha gioito dell'iniziativa che "testimonia il sostegno di tutto il Paese ai nostri maro'", la Scuderia Ferrari opta per un secondo comunicato. Sfidando ogni logica e l'intelligenza di italiani ed indiani, l'ufficio stampa della casa automobilistica specifica che esporre la bandiera della Marina "non ha e non vuole avere alcuna valenza politica." In mezzo al tira e molla di una strategia diplomatica improvvisata, cosi' impegnata a non scontentare l'Italia piu' sciovinista al punto da appoggiare la pessima operazione d'immagine del duo Maranello-Il Giornale, accolta in India da polemiche ampiamente giustificabili, il racconto dei maro' - precedentemente "dietro le sbarre" - e' continuato imperterrito con toni a meta' tra un romanzo di Dickens e una sagra di paese. "I famigliari di Massimiliano Latorre, tutti con una piccola coccarda di colore giallo e il simbolo della Marina Militare al centro appuntata sugli abiti, hanno pensato di portare a Massimiliano e a Salvatore alcuni tipici prodotti locali della Puglia: dalle focacce ai dolci d'Altamura per proseguire poi con le orecchiette, le friselle di grano duro."
L'operazione, qui in India, ha raggiunto esclusivamente un obiettivo: far inviperire ancora di piu' le schiere di fanatici nazionalisti indiani sparse in tutto il Paese. PARLARE A CHI SI TAPPA LE ORECCHIE In questi mesi, quando provavamo a raccontare la storia dei maro' facendo due passi indietro e includendo doverosamente anche le fonti indiane, ci sono piovuti addosso decine di insulti. Quando citavamo fonti dai giornali indiani, ci accusavano di essere "come un fogliaccio del Kerala"; quando abbiamo provato a spiegare il problema della giurisdizione, ci hanno risposto "L'India e' un paese di pezzenti appena meno pezzenti di prima che cerca di accreditarsi come potenza, ma sempre pezzenti restano. E un pezzente con soldi diventa arrogante. Da nuclearizzare!"; quando abbiamo cercato di smentire le falsita' pubblicate in Italia (come la memorabile bufala di Latorre che salva un fotografo fermando una macchina con le mani e si guadagna le copertine indiane come "Eroe") ci hanno dato degli anti-italiani, augurandoci di andare a vivere in India e vedere se la' stavamo meglio. Ignorando il fatto che, a differenza di molti, noi in India ci abitiamo davvero. Quando tutta questa vicenda verra' archiviata e i maro' saranno sottoposti a un giusto processo - in Italia o in India, speriamo che sia giusto - sara' bene ricordarci come non fare del cattivo giornalismo, come non condurre un confronto diplomatico con una potenza mondiale e, soprattutto, come non strumentalizzare le nostre forze armate per fini politici. Una cosa della quale, anche se fossi di destra, mi sarei vergognato. [Update 5 gennaio 2013: dopo mesi e mesi di propaganda a senso unico e rintocchi assordanti di una sola campana, quest'articolo e' stato un sasso nello stagno. E' il piu' "socializzato" della storia di Giap ed e' stato ripreso in lungo e in largo per la rete. La discussione qui sotto e' partecipata e ricchissima di spunti, approfondimenti, correzioni, precisazioni, conferme, rilanci, rivelazioni, scoperte. "Pare un film di 007", ha scritto un commentatore sbigottito, riferendosi ai colpi di scena che si susseguivano rapidi. Mentre scriviamo, si sfiorano ormai i 300 commenti, con decine di sotto-discussioni ramificate, compresa la vera e propria inchiesta collettiva su metodi e titoli del dicentesi ingegner Di Stefano. Leggere tutto quanto e' appassionante, ma anche impegnativo e non tutti hanno il tempo di farlo. Ci ripromettiamo, noi e Matteo Miavaldi, di preparare e pubblicare un secondo post, che aggiorni, faccia il sunto della discussione, affronti i punti critici, tenga accese le braci di un'informazione diversa sul caso. .LINKS. Fonte: I "Due Maro'": Quello Che I Media (E I Politici) Italiani Non Vi Hanno Detto (di Wu Ming Foundation) Home Page Wu Ming Foundation: http://www.wumingfoundation.com/ Blog Wu Ming Foundation: http://www.wumingfoundation.com/giap/ Ebooks Wu Ming Foundation: http://www.wumingfoundation.com/giap/?page_id=6338 Wikipedia Wu Ming Foundation: http://it.wikipedia.org/wiki/Wu_Ming Wikiquote Wu Ming Foundation: http://it.wikiquote.org/wiki/Wu_Ming Twitter Wu Ming Foundation: https://twitter.com/#!/wu_ming_foundt YouTube Wu Ming Foundation: http://www.youtube.com/wumingfoundation Anobii Wu Ming Foundation: http://www.anobii.com/wumingfoundt/books .CONDIVIDI.
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