Per questo motivo oggi partecipare agli eventi che i centri culturali propongono e' alla base per permettere a questa societa' di tornare ad aver un senso civile ed umano piu' verace. E sicuramente valorizzare una realta' come il Tuscia Clan che mettono la faccia, sudore e tanta passione nel costruire e dare risalto al proprio circuito controculturale, e' uno degli obiettivi etici e morali per me alla base di tutto.
Cullano questo progetto come crescere un figlio, con devozione, attitudine e tanta cazzimma. Donano l'alfa e l'omega al circuito underground viterbese, dove alla base vi e' un'etica che pulsa e che mantiene vivo e vivido ogni valore umile e sincero, vivendo la collettivita' non come una moda ma come un esigenza. Al fine di valorizzare il proprio contesto sociale e controculturale, che esistano ancora situazioni del genere inclusive e accomodanti e' un segno di vanto, per chi vive nella Tuscia, come me. Realta' che non rinuncia a star vicino alle minoranze, ai disadattati, e fa dell'autoproduzione una necessita' espressiva oltre che irriga il nostro contesto di tanta speranza e partecipazione.
Frequento da un po' di anni la famiglia allargata del Tuscia Clan, una realta' che si mantiene eticamente parsimoniosa e vera, lottando con le dinamiche sociali della citta' di Viterbo e dei menestrelli che la governano.
Guidati da un'intensa passione vivono la collettivita' come mezzo di evasione da giornate tutte uguali, dalla societa' che strozza il fiato, e dove il potere cerca di chiuderci ogni spazio di espressione portano avanti una spinta propulsiva dove il valore singolo di ogni persona vale piu' di tante cose trite e ritrite. Stavolta l'occasione di parlare di questo contesto si e' fatta piu' che ghiotta grazie ad un evento a cui ho partecipato lo scorso 17 Settembre nella rigogliosa Viterbo, all'Officina Dinamo, la proiezione del docufilm di Gianluca Rossi sui Kina: che sin da subito ha risentito del sapore di un ritorno a casa, ritorno alle radici, seriamente. Tornare a Viterbo, in quel punto di Viterbo, mi ha acceso molti ricordi dei tempi delle superiori, tornare a pestare quei sampietrini di via del Suffragio, ha riattivato tanti molti ricordi oltre che riattivato molte certezze: che il punk hardcore ha sempre descritto la strada, quella che ho sempre voluto percorrere.
Dopo una serie di proiezioni su e giu' per l'Italia, la carovana di Gianpiero Capra, storico bassista dei Kina, a Settembre ha fatto tappa nel Lazio, riprendendo le proiezioni per la visione del docufilm Se Ho Vinto, Se Ho Perso: una al FricciCore a Centocelle a Roma e poi questa all'Officina Dinamo, a Viterbo. Entrambe sostenute da Radio Citta' Aperta, media partners, nonche' radio tra le piu' impegnate ed indipendenti che nel 2018 ha preso forma come web radio mantenendo viva comunque la sua etica.
Eleonora Tagliafico, speaker dal 2019 della radio, con cui ha avviato RockTrotter, un programma, dove si e' prefisso l'obiettivo di dare risalto all'underground attraverso una rubrica "Punk In The Rocks" intervistando artisti italiani e stranieri, Eleonora e' anche responsabile degli eventi della radio. Un contesto anche quello abbastanza semplice e di umile gestione senza strumentalizzazioni.
Dopo due anni dentro un buco nero dovendo far a meno di molte cose, eventi, situazioni, tornare a condividere spazi, il tuo tempo con altre persone non proprio così distanti da te, ti fa sentire... meno solo. Dentro un flusso amniotico che unisce la condivisione di ideali simili a distanza di tempo e generazioni opposte - che scorre assieme all'immaginario che i Kina in quarant'anni, sono riusciti a mantener vivo descrivendo tuttora quella sana ribellione hardcore di essere contro il sistema e i suoi adepti: il pomeriggio di questo freddo Sabato 17 Settembre descrive le sue piccole e grandi profondita' sin da subito.
Il ritorno a quella parte di Viterbo dove vent'anni fa la me quindicenne se ne andava a scuola in piazza Dante Alighieri, lascia il posto a quella adulta, con la dovuta comprensione e condivisione di idee ed ideali, oltre che attraverso l'incontro con un'icona (per me) di umile onesta' come Gianpiero Capra e il ritorno a casa del Tuscia Clan scandira' tutto quello che si e' vissuto - abbracci, ricordi, risate e condivisione - nella mia testa per sempre, e non solo nella mia.
Officina Dinamo a Viterbo e' la sede ufficiale del Tuscia Clan, nonche' sede del Comitato di Lotta Viterbo, ed appena varchi la soglia, in questo senso hai subito la percezione di trovarti in un luogo dove le anime piu' variegate ossia il punk hc come attitudine, la lotta e la collettivita' come mezzo di sopravvivenza si uniscono tutte assieme in un unica grande realta'. Attraverso un flusso fatto di parole e di incontri, il freddo di un Sabato pomeriggio qualunque si trasforma in una data da ricordare, non solo per la partecipazione all evento, ma anche il bagno di schegge di sacra umana condivisione. Ed ovviamente per una come me che e' cresciuta a pane e punk hc, l'incontro con un icona come Gianpiero Capra lo ricordero' come una di quelle giornate da spolverare tra anni ed anni. Anche e sopratutto perche' personalita' come Gianpiero in questo ambiente sono come l'acqua per gli elefanti, cibo eterno a cui attingere, esempio di educazione e umilta' oltre che di sana attitudine, che ha cambiato le vite di ognuno con esile e pacata furia hardcore.
Dopo un intensa chiaccherata con Gianpiero entriamo, e il faccione di Valerio Verbano sul muro, ti ricorda che sei nel posto giusto, nel contesto giusto. Appena entrati i ragazzi della crew propongono di visitare un altro punto importante per il loro contesto - la Riot Squat, la palestra popolare, dove ci vengono illustrati e contestualizzati principi fondamentali, i medesimi cui riconfermano quanto la parola etica e inclusione e' alla base di ogni cosa che questa crew smuove. Gli va dato merito che in un periodo storico dove vince l'apatia e la demonificazione verso le generazioni future, loro confermano l'opposto, scommettendoci su.
Giunge l'ora poi della fase centrale ossia la proiezione del docufilm - avevo avuto l'occasione di vederlo nel 2019 in occasione del Tuscia Hardcore Fest, ma in questa occasione sembra che abbia assunto una nuova connotazione. Girato interamente in bianco e nero, tra inserti di repertorio e guizzi di un passato che torna, il docufilm omaggia con grande efficacia ed attenzione il percorso umano e musicale dei Kina. Tre anime col sorriso stampato in faccia che con umile parsimonia si sono affacciati al circuito del punk italiano, distinguendosi da molti loro coetanei grazie alla loro inebriante dissidenza poetica.
Dopo il docufilm va in scena il dibattito, sicuramente per molti un momento noioso di qualsiasi proiezione, per me una di quelle cose piu' interessanti del partecipare ad una proiezione, oltre al veder venirsi incontro punti di vista totalmente diversi, hai anche l'occasione di una rilettura delle cose con piu' chiavi. Dopo svariati botta e risposta tra Eleonora e Gianpiero, qualcuno rompe il ghiaccio alimentando aneddoti, risate e punti di vista condivisibili. Soprattutto un discorso su tutti, mi colpi' molto, quando Gianpiero parlo' di quando tocco' con mano i posti del potere ed ha visto il sudicio, e il livello basso di chi decide della vite e del lavoro degli altri. Una conferma di quanto piu' sali a quei posti, e piu' hai la sensazione di toccare il fondo umanamente perche' in certi ambienti non vi e' umanita' ma solo cinismo e stupidita al comando. Dove c'e' il capitalismo non c'e' il progresso.
Alla fine posso dire che incontri del genere ti riempiono dentro di frazionari pensieri e costruiscono l' occasione di una notare una comunanza tra differenti generazioni unite dai medesimi valori. Senza per forza scadere nel nichilismo avvilente e nostalgico, cio' che ho visto e' un faro tra la nebbia del momento storico che stiamo vivendo e che vivremo. Fino a che ci saranno realta' come il Tuscia Clan, potremo davvero nutrire una bella speranza in questa societa'
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Don't Forget Your Roots! Vol.5 (17.09.2022)
Nell'era della disillusione umana e generazionale, riuscire a trovarsi assieme e tornare a convogliare attitudini sane e valori umani scommettendo sull'unione e condivisione attraverso la collettivita' - e' decisamente l'atto piu' rivoluzionario che ora possa esistere.
Scannati vivi dal pressapochismo di fallaci imposizioni inchiodate a caso, da voci biascicate di improbabili paladini del sistema libertario che assomigliano di piu' a topi capitalisti travestiti di carne tumefatta, che parlano parlano senza concludere un bel nulla.
Stanchi - di vedersi dentro una madeleine di ciclici riverberi contro le minoranze, contro chi prova a sovvertire la vita limitante ed edonistica. Siamo giunti alla conclusione che l'unica e seria alternativa, oltre che unico e sodale porto sicuro, e' tutto cio' che nasce e cresce dal basso, dai luoghi della controcultura.
In quei luoghi dove sei cresciuto, dove la strada era ed e' - in alcuni casi - l'unica maestra e madre, e dove il centro culturale, il centro sociale, lo squat erano la tua coperta di Linus per attutire le cadute della vita... Quella mano che non ti abbandona mai, che trovi vicina nelle difficolta' sociali e non, quella che trovi pronta, sicuramente piu' pronta di te.