"Non c'e' nel mondo un cane sciolto come te // non te ne frega un cazzo // di sentenze vecchie di secoli // non c'e' rispetto per ragazzi come te // ti ridono alle spalle // ma non sostengono uno sguardo".
Era da parecchio tempo che non mi ascoltavo un bel disco Oi! e questo "Ancora Noi..Ancora Oi!" degli Automatica Aggregazione me ne ha fatto davvero pentire.
E' un disco grandioso, tanto quadrato e potente quanto semplice e diretto, ma, nonostante questo, capace di non ricalcare troppo i soliti stereotipi dello streetpunk, soprattutto a livello musicale.
Qualche anno fa, quando ero ragazzino e non mi ero ancora infognato cosi' tanto con queste cose, c'e' stato un periodo in cui ero convinto che l'Oi! fosse effettivamente l'unico genere completamente vero, anti-commerciale, duro e militante; l'unico in cui si dava totale importanza ai testi ed al messaggio piuttosto che al rumore ed alla velocita'. Ovviamente non avevo ancora esplorato del tutto il punk hardcore ma, di fronte un ad album come questo e dopo anni di gruppi troppo simili tra loro, quasi inascoltabili e talvolta inutili, mi chiedo se non avessi ragione gia' da allora.
Quest'ultimo lavoro del gruppo romano, infatti, si fa amare soprattutto per i suoi contenuti, sempre vicini alle piu' classiche tematiche della classe operaia ma comunque perfettamente in bilico fra una nobile schiettezza ed un'intelligenza lurida, volgare, al profumo di asfalto, di officina e di lunghe serate al pub. Tutto questo, sia chiaro, sempre e comunque protetto da un muro di suono compatto, maturo, strumentalmente di ottima qualita', con sonorita' contaminate, a cavallo fra le caratteristiche storiche del genere ed quelle del cugino hardcore, come gia' proposto con successo da altre splendide band come i Rebelde e gli S-Contro.
Il pezzo migliore, a mio parere, e' senza dubbio "Cane Sciolto", da cui e' tratta la citazione che ho messo in testa: il ritratto di una parte della nostra generazione, della nostra cultura, figli di mezzo della storia, confusi ed impossibili da inquadrare, lontani ormai da vecchie etichette e vecchi ideali ma troppo in anticipo sui propri tempi e per questo inevitabilmente condannati alla solitudine, alla rabbia ed all'incomprensione. "Nessun romanzo d'altri tempi // nessun ritaglio di giornale // potra' spiegare mai chi sei". Semplicemente, un vero e proprio inno.
Proseguendo la mia personale classifica, "Radici" e' probabilmente il secondo pezzo piu' bello dell'album, direttamente imparentato con il precedente perche', come lui, introverso e vero, toccante e malinconico nel ripercorrere una storia di vita (purtroppo o per fortuna) comune a molti di noi, ragazzi di provincia, cresciuti dalla noia e dalla banalita', che spesso riescono a piegarci senza pero' mai arrivare a spegnere le fiamme che ci portiamo in corpo. "Radici umili // nelle nostre mani // lacrime tatuate // nei nostri cuori // sentimenti avversi // nati in liberta' // senza una via di fuga // in questa vita // viva e ruspante // la mia giovinezza // nata e cresciuta all'ombra di questa citta' // non saro' mai schiavo // di nessuno che // vorra' impormi con la forza la sua testa".
Sulla stessa riga troviamo "Generazione", strumentalmente e concettualmente piu' allegra, strafottente e cazzona, focalizzata in qualche modo sul lato opposto, quello orgoglioso ed esagerato (nonostante tutto), della vita da working class di provincia gia' descritta in "Radici": "Appena 15 anni // le fughe in motorino // calcetto e niente scuola // e punk fin dal mattino // le prime sigarette // le prime bambinette // sognavi ad occhi aperti una vita da leone [...] ti guardi indietro e vedi // la tua bella gioventu' // e ridi in faccia a questa vita che non ti ha piegato".
La title track "Ancora Noi...Ancora Oi!", invece, e' un pezzone tipico, tutto cori, urla, fumi alcolici, chitarre alte e veloci e qualche giro di basso ad accompagnare poche, semplici, considerazioni: "Non crederai di esser solo // ad ammazzarti di lavoro // a bere per sentirti vivo // a prendere il mondo // come nemico". Io no, sicuramente non lo credo.
Le restanti canzoni si snodano su tematiche un po' diverse, toccando la tragedia quotidiana delle morti bianche in "Non Voglio Morire", analizzando il tradimento di una certa parte della sinistra estrema in "Infame", sputando ferocia e violenza contro tutti in "Su Di Noi" e dando anche un ultimo strappo di nazionalismo (inteso come semplice amore per la propria patria e la propria citta') in "Patria Mia".
Per non farsi mancare niente, gli Automatica Aggregazione hanno voluto addirittura chiudere l'album con una ballatona acustica, "Conosco Quello Sguardo", dal testo sempre impegnato ed intimista, musicalmente indifendibile nel binomio chitarrina piu' voce rauca e marcia, ma nonostante tutto riuscitissima ed assolutamente da adorare.
Tirando le somme, questo e' un album che tornero' sicuramente ad ascoltare spesso, chiedendomi ogni volta se anche io, pur non appartenendo direttamente alla working class, poiche' figlio di operai ma impiegato in ufficio, possa essere comunque degno di sentire un po' mia tutta la poesia, tutto il dolore e tutta la verita' che emergono dalle parole e dai racconti di vita racchiusi in questa decina di canzoni.
sberla54

P.S: Ho volutamente ignorato "Imparate A Campa'", cover in romanaccio di "We Know How To Live" dei Cock Sparrer, perche' la trovo sinceramente insopportabile.
P.P.S: Non ho ancora mai ascoltato Sabazia Street Punk, il vecchio disco del 2007, ma credo che lo faro' immediatamente perche' mi sono veramente innamorato del gruppo.

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Automatica Aggregazione - Ancora Noi...Ancora Oi!
Automatica Aggregazione - Generazione (Live At Cantina Del Gojo, Viterbo)

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